Nonostante il divieto totale imposto dalle legge sull’amianto del 1992, l’eredità tossica dell’amianto continua a pesare sul nostro Paese. Le patologie legate all’esposizione a questa fibra killer persistono, minacciando la salute di migliaia di cittadini. Un recente rapporto dell’INAIL basato sui dati del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), dipinge un quadro allarmante, rivelando la portata di un’emergenza sanitaria che non accenna a diminuire.
Prima del bando del 1992, come tutti sappiamo, l’amianto era ampiamente utilizzato in diversi settori industriali e nell’edilizia residenziale, grazie alle sue proprietà isolanti e alla sua resistenza. Tuttavia, l’esposizione alle fibre, anche a basse dosi, può provocare gravi malattie, come il mesotelioma della pleura, del peritoneo, del pericardio e del testicolo. Queste patologie si manifestano spesso dopo un lungo periodo di latenza, che può superare anche i 40 anni dall’inizio dell’esposizione.
In questo senso, il registro ReNaM, frutto della collaborazione tra l’Inail e i Centri Operativi Regionali, svolge un ruolo fondamentale nel monitoraggio epidemiologico dei casi di mesotelioma, una delle neoplasie più aggressive causate dall’amianto. L’ottavo rapporto, che ha analizzato oltre 37.000 casi diagnosticati tra il 1993 e il 2021, fornisce una panoramica dettagliata delle modalità di esposizione e dell’incidenza della malattia, elementi essenziali per comprendere l’evoluzione del fenomeno e per adottare misure di prevenzione efficaci.
Come accennato in precedenza, l’ottavo rapporto del ReNaM ha registrato 37.003 casi di mesotelioma tra il 1993 e il 2021. Per oltre 29.000 di questi casi, è stato possibile ricostruire le modalità di esposizione, con la maggior parte dei casi si concentra in alcune Regioni, come Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna. La pleura è la sede anatomica più colpita, mentre l’età media alla diagnosi è di 71 anni, in prevalenza pazienti di sesso maschile.
L’esposizione professionale/lavorativa rimane la principale causa di mesotelioma, con il settore edile e l’industria pesante tra i più a rischio, ma il rapporto evidenzia come l’amianto possa essere presente anche in altri contesti lavorativi, come porti, zuccherifici e industrie chimiche, in una varietà di esposizioni che rende necessaria anzi imprescindibile una sorveglianza costante e un aggiornamento continuo delle conoscenze scientifiche.
Per questo, l’Inail e le Regioni collaborano strettamente per monitorare l’incidenza del mesotelioma e per ricostruire le modalità di esposizione all’amianto, con un approccio sinergico fondamentale atto a sviluppare strategie di prevenzione mirate e per fornire assistenza alle vittime dell’amianto. In quest’ottica, il monitoraggio epidemiologico e la ricerca scientifica sono strumenti indispensabili per contrastare l’eredità tossica di questo materiale e per proteggere la salute delle future generazioni.
L’amianto è minerale fibroso e proprio la sua composizione è la causa principale delle patologie correlate, in quanto le fibre vengono inalate profondamente nei polmoni e si insinuano nell’organismo che non riesce a smaltirle, causando appunto gravi malattie, in moltissimi casi difficilmente curabili e fatalmente mortali.
Tra le patologie più comuni troviamo certamente il mesotelioma. Si tratta di un tumore maligno che colpisce il mesotelio, la membrana che riveste le cavità pleuriche, peritoneali e pericardiche ed è una patologia quasi esclusivamente causata dall’esposizione all’amianto, con un periodo di latenza molto lungo, che può variare dai 20 ai 50 anni.
Inoltre, il contatto con questo materiale aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumore del polmone, soprattutto in soggetti fumatori e, anche in questo caso, la malattia può manifestarsi anche dopo molti anni dall’esposizione.
Altra patologia comune è l’asbestosi, condizione polmonare cronica causata dall’inalazione di fibre di amianto che provocano cicatrici e ispessimento del tessuto polmonare, con conseguente difficoltà respiratoria acuta.
Stesso discorso per le placche pleuriche, ispessimenti della pleura, la membrana che riveste i polmoni e la cavità toracica. Queste lesioni sono generalmente asintomatiche, ma possono causare dolore toracico e difficoltà respiratorie. Devono essere tenute sotto controllo, perché possono sfociare in un cancro, il suddetto mesotelioma.
Infine, l’esposizione all’amianto è stata associata anche a un aumento del rischio di altri tumori, come il tumore della laringe, dei testicoli e delle ovaie.
Il rischio di sviluppare patologie correlate a questo materiale dipende da diversi fattori, tra cui la durata e l’intensità dell’esposizione, il tipo di fibre di amianto e la predisposizione individuale, e la prevenzione riveste un ruolo fondamentale per ridurre l’insorgere di malattie, in primis evitando l’esposizione in ambienti di lavoro e domestici e portando avanti una continua attività di rimozione e smaltimento in totale sicurezza.